Sara Simeoni boccia l'atletica azzurra

 
«In Cina poche soddisfazioni, ma preoccupa l'assenza quasi totale di prospettive»
 
Sara Simeoni riceve il Premio Valenti (Foto Dolada - Bastia d'Alpago)Signora delle pedane lo è stata davvero. E le qualità che le erano valse i successi -pacatezza, rispetto, disponibilità, acutezza nelle valutazioni - non si sono certo dissolte. A qualche lustro di distanza dai fasti agonistici, al contrario, sono - se possibile - ancora aumentate; forse in forza dell'esperienza.

Sara Simeoni è salita, sabato sera, a Farra d'Alpago, per ricevere il premio Paolo Valenti, giunto alla 2. edizione. Voluto dal Comitato Alpago 2Ruote e Solidarietà, il premio intende rinnovare il ricordo di un grande giornalista, innamorato del Bellunese al punto da voler riposare per sempre di fronte ai monti che fanno corona alla Valbelluna.

Le ragioni che hanno indotto la giuria a scegliere la saltatrice veronese (che succede, nell'Albo d'oro, a Dino Meneghin) sono state illustrate a più riprese nel corso degli interventi dei promotori, delle autorità e -in collegamento telefonico - anche da Alessandro Valenti, figlio dell'indimenticato Paolo. Come pure il suo palmares fatto di oro olimpico, primati mondiali, titoli europei e nazionali, successi all'Universiade e ai Giochi del Mediterraneo. Un'occasione da non perdere, quella della presenza della Simeoni , per fare il punto dell'atletica (e, più in generale, dello sport) nel nostro Paese. Partendo anche dal contingente.

Può sembrare inusuale ma lei frequenta abbastanza spesso il Bellunese. Sì, è vero. Anche se non quanto
Sara Simeoni (Foto Dolada - Bastia d'Alpago)vorrei. Qui ho amici che mi hanno hanno fatto prima conoscere, poi apprezzare quanto viene organizzato in diversi campi. Soprattutto, questo per le mie passioni, in tema di mostre e arte in genere.

Qual è stato il primo pensiero quanto gli organizzatori l'hanno chiamata per comunicarle la scelta di premiarla?

All'inizio un po' di sorpresa perchè è strano che scelgano proprio te dopo così tanti anni. Subito dopo, però, mi sono sentita onorata e commossa. Per più ragioni. Intanto perchè il premio vuol ricordare una grande persona. Valenti, infatti, sapeva raccontare ciò che noi atleti realizzavamo sui campi di gara con un garbo, una competenza, un'umanità che - forse - sono andati perduti. In un tempo nel quale la comunicazione era, tutto sommato, approssimativa, Paolo Valenti ha rappresentato un tramite ideale tra spettatori e atleti. E poi, naturalmente, ti viene da pensare che quello che hai fatto non è andato completamente perso.

Sara Simeoni con Raul Barattin (Foto Dolada - Bastia d'Alpago)C'è una curiosità nel suo palmares: un titolo nelle prove multiple (allora si gareggiava ancora nel pentathlon). Come è successo?
È successo quasi per caso. Ad Ancona mi hanno detto di provare e l'ho fatto. Senza allenamento specifico, naturalmente. Anzi, ho 'ciccato' proprio nella prova dell'alto! Quella delle prove multiple, invece, dovrebbe essere una base importante per i più giovani. Intanto perchè permettono di capire meglio le proprie possibilità e predisposizioni. Poi, perchè rappresentano un utilissimo modo per far crescere i giovani: un confronto ad ampio raggio, infatti, con i successi e le sconfitte, ti consente di rapportarti con gli altri. Purtroppo da noi si vogliono subito i risultati. E le conseguenze si vedono.

Pechino: proprio oggi è andata in scena la finale dell'alto che ha riservato una sorpresa. Erminio (Azzaro, il marito, ndr) lo diceva già da tempo. Se la belga si presenta vuole dire che sta bene; e potrebbe stupire. Come poi è successo. Ecco: devo dire che è stata una gara che mi sarebbe piaciuta. Tirata, incerta, con
un podio finalmente fatto da atlete che le misure le fanno nella proIl pubblico presente (Foto Dolada - Bastia d'Alpago)va più importante. Per il resto, dall'atletica non abbiamo avuto troppe soddisfazioni. Solo tre finalisti e, soprattutto, assenza quasi totale di prospettive. Inutile negarlo: se non si interviene presto e bene, il futuro è poco roseo.

Di più non vuol dire. Non è nel suo carattere. Ma intuisci che soffre per una situazione che rischia di cancellare la regina degli sport. E lei, che regina è stata e continua ad esserlo, non lo può proprio accettare.
Silvano Cavallet