Chies e le sue montagne - 17.10.2017

L'Eiger, con i suoi protagonisti, raccontato a Funes

Chies e le sue montagne: EigerA Funes martedì sera è ritornato il classico format che da sempre contraddistingue la kermesse Chie e le sue Montagne: Chies e le sue frazioni, i caratteristici locali e il calore tipico e particolare che solo queste serate riescono a trasmettere.

La scusa della serata era la salita all' "orco" come veniva definito a suo tempo l'Eiger, che di orco ovviamente non ha nulla, se non una spropositata parete di calcare, pure parecchio marcio e friabile con qualche chiazza di nevaio, da ben 1.800m di dislivello e 4km di larghezza.

Quella 1a via da subito mitica e carica di lutti, ma pure di storia e storie che è sempre affascinante farsi raccontare e poi vedere.


Chies e le sue montagne: EigerUna via salita con successo a fine luglio 1938 da due cordate che si unirono "in corso d'opera" per ottenere sia il successo che salva la vita.

Ecco che quella stessa via i nostri 4 conterranei dell'alta Provincia di Belluno, Gino De Zolt, Simone Corte Pause, Alex Pivirotto e Christian Casanova hanno scalato con successo sul finire del 2016; due giorni in parete, un bivacco a 3.500m di quota a -15°, in compagnia di un forte e fastidioso vento che non ha impedito loro di arrivare in vetta a questo ardito e importante "quasi 4.000".

Tra filmati vecchi e nuovi, foto e aneddoti di resoconto ascensione, la serata è filata via veloce e piacevole con alla fine il consueto saluto e omaggio agli alpinisti.


Chies e le sue montagne: EigerSala gremita quella del bar da "Ciotto e Nenè" e parecchi hanno dovuto pure accomodarsi direttamente nell'angolo bar, come di tradizione, ed ascoltare la serata senza poter vedere le immagini...ma si sà che qui è così ogni tanto.

Come classico e di rito è sempre il dopo serata, quello dell' approfondimento fatto direttamente davanti al bancone sorseggiando delle note bibite locali.... e già pensiamo al prossimo appuntamento, quello di giovedì 19 ottobre a Lamosano alle 21... praticamente in casa di Maudi.

17 ottobre 2017

Chies e le sue montagne - La parete nord dell'Eiger


Gino De Zolt, Alex Pivirotto, Simone Corte Pause, Christian Casanova sull'Eiger Funes. La kermesse Chies e le sue montagne continua martedì  17 ottobre al bar Ciotto e Nenè di Funes  dove alle 21 saranno ospiti gli alpinisti bellunesi Gino De Zolt, Alex Pivirotto, Simone Corte Pause e Christian Casanova per raccontare la difficile e "vittoriosa" salita alla parete nord dell'Eiger, montagna Svizzera delle Alpi Bernesi, alta 3967 metri, avvenuta lo scorso fine dicembre.

__________________________

«Precipita in modo brusco e inaccessibile, riceve e trattiene tutte le perturbazioni che colpiscono la montagna da nord e da nord-ovest, ha un volto cupo e mutevole: ghiaccio, roccia, neve, valanghe, scariche di pietre… È una parete di ghiaccio o di roccia? Non si può rispondere neppure dopo averla studiata palmo a palmo con il cannocchiale, perché cambia volto di giorno in giorno, addirittura di ora in ora. Tutta l'esperienza acquisita su altre montagne qui sembra inutile».
(Heinrich Harrer sul suo libro "Parete Nord)

Il racconto dell'impresa da parte di Michela Canova (tratto da www.planetmountain.com)

Quando comincia la realizzazione di un sogno? Scalare la parete nord dell'Eiger, 3.970 metri di colosso nell'Oberland Bernese, è nella lista dei desiderata di molti alpinisti, completa la wishlist di quanti aspirano a portare a casa il trittico delle grandi Nord delle Alpi - Cervino, Eiger, Grandes Jorasses - e si presenta come un 'problema' da sempre: ultima delle grandi a essere conquistata (nel 1938 dalla cordata composta dai tedeschi Andreas Heckmair e Ludwig Vörg, e dagli austriaci Fritz Kasparek e Heinrich Harrer), imprevedibile, eterna e dura, è stata la prova estrema per decine di rocciatori e rimane uno degli obiettivi più ambiti e sentiti in ambito alpinistico.

Gino De Zolt, Alex Pivirotto, Simone Corte Pause, Christian Casanova sull'Eiger Christian 'Frostian' Casanova, del Soccorso alpino Della Val Comelico, e Simone 'Scossa' Corte Pause, Soccorso alpino di Auronzo, stavano per partire per la Svizzera già lo scorso anno: zaini pronti, ma una nevicata dell'ultimo momento aveva vanificato ogni preparativo. Questo dicembre, l'assenza di neve da noi (Scossa è guida alpina) e qualche giorno libero sono diventati l'occasione migliore per riprovarci. Alla domanda 'Vieni?' Gino De Zolt, a lungo capostazione e attualmente vicecapo del Soccorso alpino della Val Comelico, ha immediatamente risposto 'Sì' e parlandone subito con Alex Pivirotto - Soccorso alpino di Pieve di Cadore e guida alpina anche lui - al rientro da una riunione dei tecnici di elisoccorso si è formata la seconda cordata.

Era lo scorso 19 dicembre. "La Nord dell'Eiger è sicuramente uno di quei sogni che insegui per tanti anni, finché arrivi al punto di pensare di non essere più in grado di farla - ripercorre quella giornata Gino, un migliaio di vie alle spalle - bisogna affrontarla con un bel po' di esperienza alle spalle, completamente diversa dalle Dolomiti, complessa, con pericoli oggettivi, sempre diversa. Quando Alex mi ha detto di sì, ho pensato: adesso mi tocca farla! Non ho dormito per due giorni!"

Gino De Zolt, Alex Pivirotto, Simone Corte Pause, Christian Casanova sull'Eiger La data scelta era il 26, posticipata di un giorno perché Alex era di turno in base a Pieve di Cadore. Il 27 alle 15 sono al Rifugio della Kleine Scheidegg, ai piedi della parete che scrutano col binocolo dal famoso punto di osservazione. Due cordate alle prese con la sua roccia lasceranno le tracce utili a raggiungere l'attacco al buio. La partenza è infatti alle 4, il giorno dopo, "Siamo partiti con il buio e saliti fino alle 8 con la frontale - ricorda Christian - abbiamo scalato ininterrottamente, fermandoci poco sotto la Traversata degli dei, a circa 3.400 metri di quota, dove siamo arrivati alle 16 circa. Avremmo potuto continuare per un'altra ora, ma non ci sarebbe stato nessun altro posto per bivaccare". Non che la piccola cengia abbia permesso grandi comodità: quindici lunghe ore all'interno del saccoapelo indossando due piumini, sdraiati su neve ghiacciata costantemente assicurati su un terrazzino largo 50 centimetri, sferzati da raffiche di vento gelate, a -15 gradi, con il tempo non passa mai, pensi di aver dormito 5 ore e ne è solo passata mezza, un po' seduti, un po' sdraiati, la caduta di sassolini, i teli che sbattono. "Come bivaccare su una mensolina - sorride Alex - non potevamo parlare per il vento, sempre raggomitolati. La mattina dopo alle 8 siamo ripartiti e fortunatamente, alle 5, le raffiche erano cessate. Quando abbiamo iniziato a vedere la luce del sole spuntare dalla cima, ho pensato 'finalmente'. Essere in cordata con persone di cui ti fidi fa passare ogni tensione e progredire tranquillamente'".


Gino De Zolt, Alex Pivirotto, Simone Corte Pause, Christian Casanova sull'Eiger La Nord dell'Eiger sono 3 mila metri di sviluppo, i primi 400 slegati fino alla fessura difficile, poi per metà tiri normali alternandosi in apertura (la prima cordata Christian e Simone, la seconda Gino e Alex), e per l'altra metà legati in conserva. La maggior parte delle ascensioni avviene d'estate e il rischio di scariche di sassi per lo scioglimento della neve aumenta, il periodo più congeniale dovrebbe essere febbraio, marzo, con la neve assestata. In questa invernale durante i giorni più corti dell'anno, se da una parte la scarsa copertura ha limitato il timore delle valanghe, dall'altra ha complicato in parte la salita, sempre indossando guanti, piccozza e ramponi, anche sui tiri di roccia di 5°: alternanze imprevedibili di ghiaccio secco, neve e roccia che pretendono un ricco bagaglio di esperienza alpinistica alle spalle, sapersi muovere in qualsiasi terreno.

Richiede preparazione, non si può improvvisare. "Una via tra le più impegnative alpinisticamente, ma io e Christian eravamo più tranquilli con Gino e Alex se fosse successo qualcosa - dice Simone - abbiamo studiato tutto a lungo, la parete è enorme, due volte il Civetta. Quello che mi ha colpito di più è stato pensare ai vecchi, a quando hanno aperto la via nel '38: sono stati degli eroi. Sicuramente hanno pensato che potevano lasciarci la 'ghirba', fa paura quando sei su: arrivati a un certo punto, puoi abbandonare le speranze di tornare indietro. Forse in alcuni punti abbiamo deviato dal loro percorso: dove passi d'estate magari oggi scali una goulotte al posto di un diedro".

Gino De Zolt, Alex Pivirotto, Simone Corte Pause, Christian Casanova sull'Eiger L'impegno è stato notevole, ma l'affiatamento e la conoscenza reciproca tra i membri delle cordate ha permesso di salire con estrema serenità. Da istruttore, dal loro ingresso nel Soccorso alpino a 18 anni Gino ha seguito Christian, Simone e Alex durante la loro crescita. Con Christian, allora quattordicenne, ancora prima, quando Gino lo ha accompagnato sulla sua prima via sui Cadini di Misurina. "Gino è stato maestro di tutti noi. Ieri quando abbiamo festeggiato il ritorno, è stato lui a congratularsi con noi - sottolinea Simone - bellissimo, da lacrime".

Poco meno di 10 chili di zaino ognuno, barrette, gel e un paio di litri di acqua e sali minerali di media a testa come energetici, le due cordate chiudono la via e arrivano in vetta alle 13.30 e alle 16.30 sono al Rifugio, in tempo per prendere il trenino.