Sara Simeoni ai più giovani: «non c'è solo l'agonismo»
(CORRIERE DELLE ALPI - 26 agosto 2008) Farra d’Alpago. Vivere lo sport non solo come agonismo ma come occasione di aggregazione e di divertimento. E’ il messaggio che Sara Simeoni, stella del salto in alto, ha voluto lanciare a Farra d'Alpago durante la consegna del premio «Paolo Valenti» attribuitole dal comitato Alpago 2 ruote & solidarietà. Un messaggio rivolto in particolare ai giovanissimi.«Ho sempre cercato», ha detto Sara Simeoni, «di promuovere la positività dello sport che non significa solo agonismo e protagonismo ma significa soprattutto opportunità di aggregazione immediata e divertente. E' sempre meraviglioso vedere come nello sport e in particolare nel gioco le barriere si annullino in un istante.
Tra i bambini in particolare le differenze si azzerano perché si gioca per un unico obiettivo, che è quello di divertirsi nel confronto con l'avversario, e non contano più né la provenienza né la religione né il colore della pelle. Ma lo sport - sottolinea la campionessa - è anche impegno.E poiché è matematico che l'impegno porti sempre al miglioramento dei risultati a tutti i livelli nell'attività agonistica il sacrificio, la passione e la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti e l'accettazione critica dei propri fallimenti diventano fondamentali per misurarsi e per ottenere, soddisfazione. In questa attività non si regala nulla e chi si illude di ottenere successi per altre vie, sbaglia».
Nella convinzione che sport significhi salute, ha spiegato la Simeoni, «è fondamentale rendersi conto che lo sport oggi rappresenta anche l'unico antidoto contro le conseguenze fisiche e psicologiche della sedentarietà».Ma i giovani di oggi rispetto a quelli di ieri?
«Sono nella commissione nazionale sport amatoriale giovani e ho un figlio che si è deciso spontaneamente di provare a fare atletica solo da un paio d'anni, con una piccola società del veronese, proprio come ho cominciato io. Posso perciò smentire chi afferma che i giovani sono diversi da allora. Io vedo e vivo attraverso i loro comportamenti e i loro occhi le stesse emozioni, gli stessi sogni, le stesse paure lo stesso bisogno di affetto che avevamo noi. Forse siamo noi adulti a non riuscire a coglierli a non essere più presenti». Loredana Stiletto