L'AMICO DEL POPOLO - 11 aprile 2008

Le opinioni di Da Rin e De Pellegrin
IL VALORE DELLO SPIRITO OLIMPICO

Si può ancora parlare di "spirito olimpico"? È stato questo il tema scelto dagli organizzatori (il Comitato Alpago 2ruote & solidarietà) per l'incontro di Pieve d'Alpago con Gianfranco Da Rin e Oscar De Pellegrin. L'appuntamento rappresentava una delle tappe di un più complessivo progetto che interessa tutti i Comuni della Conca. «Secondo me - questo il commento di Da Rin - la risposta è affermativa. Naturalmente anche lo sport, come tutta la società, è cambiato e sta cambiando. Ma ciò che anima e spinge gli atleti è, oggi come allora, sempre lo stesso stimolo: il desiderio di esserci, di confrontarsi, di superare il proprio limite».

Per De Pellegrin, poi, "spirito olimpico" è anche il vivere assieme dentro il Villaggio. “Io credo che una delle forme in cui quel valore universale prende forma sia proprio la convivenza, il dialogo, lo scambio d'esperienze. Naturalménte, quando si avvicina il momento della gara ciascuno tende, a con centrarsi sul proprio impegno ma, esaurito il momento agonistico, ecco che si riprende a vivere quella atmosfera, di festa e di gioia”.

In avvio di serata sono state proposte alcune immagini della cerimonia di inaugurazione dei Giochi di Cortina '56 (la prima delle Olimpiadi cui Da Rin, vero monumento dell’hockey ghiaccio nazionale, ha partecipato; c'era stato, poi, anche Innsbruck '64), di Sydney e di Atene.

Commentando le immagini più datate, Da Rin ha messo l'accento su una delle maggiori differenze. “A Cortina non c'era il villaggio olimpico (il primo, per la vérità abbastanza artigianale, fu proposto ad Innsbruck) e le rappresentative erano ospitate negli alberghi. Una scelta che determinò là scarsa presenza del pubblico: non c'erano più posti disponibili. Cinquantanni dopo, a Torino, è stata proposta un'immagine diversa: Villaggio perfetto, accogliente, dotato di ogni confort. Certo, non c'era più l'aria che si respirava passeggiando per il centro di Cortina”. Considerando l'esperienza e lo spessore dei due ospiti, logico che le domande abbiamo spaziato su un largo fronte: dal doping all'evoluzione della tecnica e dei materiali; dai progressi dell’integrazione tra disabili e normodotati allo spinoso argomento del giorno: boicottaggio si/boicottaggio no.

“Considerando tempi e modi del gioco, direi che l'hockey ghiaccio non consente l'uso di stimolanti. Non c'è dubbio, peraltro, che questo sia un problema molto spinoso”. “Dipendesse da me - registrava De Pellegrin - io caccerei in modo definitivo tutti coloro che scelgono di barare. Le sanzioni in vigore, infatti, mi sembrano troppo blande”. In tema di boicottaggio, poi, entrambi hanno osservato come sia troppo facile, per la società civile, provare a scaricare sugli atleti (che faticano e si impegnano per 4 anni) l'onere di alleggerire la coscienza collettiva.

Qualche considerazione è stata proposta da De Pellegrin in tema di integrazione. “Per uno sport, come il tiro con l'arco che l'ha realizzata, rimangono tanti altri ostacoli. Spesso, se, la tua presenza serve a dar lustro all'organizzazione, tutto va bene. Ma, non appena ti riesce di ottenere risultati importanti, la musica cambia: siete diversi e, allora, classifiche separate”.

La serata, presente il sindaco Erminio Mazzucco, è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione Primavera, realtà dei volontariato impegnata nell'aiuto e nel sostegno ai bambini disabili e le loro famiglie con progetti che spaziano dalla scuola al tempo libero.