Arbitri senza fischietto e la sfida educativa
(by Paola B.) Più lenti, più profondi, più dolci. E’ il motto, l’augurio che Aldo Bertelle ha preso a prestito dall’europarlamentare Langer, noto per il suo impegno in favore della convivenza e della pace, ed ha lanciato al termine della sua riflessione-provocazione ad una settantina di giovani provenienti dai diversi Comuni dell’Alpago. Un invito che nella società caotica e frettolosa aiuta a riprendere il fiato per vivere da veri cittadini.
Il quinto incontro della rassegna “Giovani-in”, che si è tenuto sabato 27 febbraio al ristorante Bellavista di Farra, ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo: aiutare i ragazzi a “scendere in campo, a darsi una meta ogni giorno, a credere che ognuno è unico, sacro, irripetibile e… libero!”.
Le parole di Aldo, appassionato educatore e responsabile della Comunità per minori di Facen, nonché Direttore del Museo dei Sogni e della Memoria di Feltre (cooperativa Arcobaleno), non lasciano nessuno come prima, scendono in profondità e allargano gli orizzonti, non senza procurare un po’ di domande, anche fastidiose, che reclamano spazio nel cuore e nella mente.
Interrogativi avvolti dal tono deciso e presentati con espressioni dirette, dialettali e scherzose, vibranti di affetto: chi sei, tu ragazzo, tu ragazza? Di chi sei, a chi appartieni? Hai un sogno? Conosci i sogni dei tuoi genitori? Che notizia sei tu per il mondo di oggi?
Essere se stessi certo chiede fatica, è un costo…. Diventare liberi, educare ed accompagnare, lasciarsi educare, è un cammino lungo: è un’arte! D’altra parte l’esperienza insegna che le cose valgono se costano e non se rendono. Ognuno è chiamato a fare la propria parte con coerenza e competenza.
“Voi state facendo il futuro di questa zona” – ha esordito Aldo, fissando negli occhi gli incuriositi interlocutori – “ Da questo incontro deve nascere un futuro sindaco, capace di amministrare senza tangenti, una mamma consapevole della sua vocazione… qui devono nascere persone responsabili…”
L’appello all’autenticità si fa testimonianza allorché Aldo si dichiara in cammino dietro a quell’uomo-Dio che lo affascina; a quel Gesù che si presenta come un “ladro di protesi nella notte”, perché capace di sfilare le maschere sotto le quali ci nascondiamo, di toglierci puntelli e stanchezze: la Sua è una liberazione assicurata.
Ognuno però crederà al proprio valore solo “se sognato, atteso, pensato, accolto”. Un’impresa da intraprendere quotidianamente, insieme, nella comunità. Educare esige costanza, fedeltà, sguardo profetico.
Gli animatori dell’Alpago dall’altura di Pianture, condividendo la cena e cantando guidati dai noti artisti Ermanno e Jessica, hanno sicuramente incrociato la traiettoria di quello sguardo per interpretarlo e rilanciarlo.