Corriere delle Alpi - 20 ottobre 2011


L’inno di Margherita Hack: «Siamo tutti figli delle stelle»

Chies e le sue montagne: Margherita Hack a ChiesCHIES D’ALPAGO. Tutti assiepati sui gradini e sui tappeti intorno all’altare per ascoltare la “lectio magistralis” di Margherita Hack. L’atteso incontro con l’89enne astrofisica, organizzato nell’ambito della 10ª edizione della rassegna “Chies e le sue montagne”, ha richiamato in Alpago la folla delle grandi occasioni.

Un pubblico talmente numeroso che il parroco del paese don Sergio, vista l’insufficiente capienza della sala frazionale, ha messo a disposizione l’intera chiesa, ben presto affollata da centinaia di persone di tutte le età.

Un fatto significativo, se non inedito, che per una volta ha riunito scienza e chiesa sotto il titolo “Una montagna di stelle”. Ed è lo stesso parroco a fare gli onori di casa, introducendo l’ospite. Stella fra le stelle, a Margherita Hack è stata tributata un’accoglienza calorosissima, prima ancora che iniziasse a narrare la storia dell’Universo e della fine “incombente” del nostro sistema solare, tra cinque miliardi di anni.


Chies e le sue montagne: Margherita Hack a ChiesTra il destino di una supernova e il ripasso della differenza, tra fusione e fissione nucleare, la Hack ha sottolineato i progressi della ricerca in campo astrofisica e astronomico dal secolo precedente ad oggi. Ma anche le domande che ancora non trovano risposta, una per tutte: l’Universo, le cui caratteristiche relative alla presenza di stelle e pianeti risalgono “solo” a 14 miliardi di anni fa, è finito o infinito?

E’stato appurato che si espande per sua natura come una pasta che lievita ma non per effetto di un eventuale “big bang”, che il diverso colore delle stelle («sono palloni di gas, niente di romantico», ha scherzato Hack) dipende dalla temperatura del loro corpo, e grazie alla velocità della luce come metro di misurazione, conosciamo l’età del sole e delle altre stelle e la distanza che ci separa da loro. Chies e le sue montagne: Margherita Hack a ChiesImmancabile la domanda da parte del pubblico sulla parziale scoperta che i neutrini potrebbero viaggiare più velocemente della luce, mettendo in discussione la teoria della relatività di Einstein. «E’ancora troppo presto”, ha risposto l’astrofisica, in gran forma nonostante i suoi quasi 90 anni, «serviranno ancora molti esperimenti per poter dire qualcosa di più certo in proposito».

La Hack ha inoltre ricordato, sempre senza intenti romantici, che siamo davvero figli delle stelle, che anche noi viventi siamo fatti della stessa materia e degli stessi elementi che alcuni miliardi di anni fa hanno concorso a formare i pianeti. Sollecitata dal pubblico a esprimersi anche sul rapporto tra scienza e fede, la Hack si è detta dell’idea che credere o non credere siano entrambi un atto di fede, data l’impossibilità di poter dimostrare scientificamente l’esistenza o meno di Dio.


Chies e le sue montagne: Margherita Hack a ChiesMolte le domande rivolte alla Hack, quesiti scientifici ma anche personali, ai quali la scienziata toscana non si è sottratta, come nemmeno al pacifico assedio al quale l’anno “costretta” i suoi fans con richieste di autografi, complimenti e strette di mano. Chi comunque si aspettava una lezione di scienza che sconfinasse in politica è rimasto deluso.

Basta non stuzzicarla troppo Margherita Hack, perchè se riesce ancora a scherzare su un paese come il nostro «in via di sottosviluppo», sulla necessità di politiche che sostengano la ricerca e soprattutto la ricerca pura, anche in Italia, il quesito è serio: «O vogliamo continuare a regalare i nostri migliori cervelli all’estero?». Ezio Franceschini