Il Gazzettino di Belluno - 23 ottobre 2010

Tante storie, tanta gente

Chies e le sue montagne: Giuseppe AndrichForse arriverà come sempre, all’ultimo minuto, sgambettando come un camoscio su per il sentiero. Forse indosserà al volo la tunica bianca, confusa nel bianco della neve. Quasi certamente, a differenza dell’anno scorso, stavolta don Rinaldo Ottone non indosserà i calzoncini corti che porta nei suoi allenamenti da skyrunner. Il «prete volante», a tempo perso fine teologo e preside del Liceo linguistico di Cortina, è anche quest’anno parte attiva nella rassegna di «Chies e le sue montagne»: sarà lui infatti a celebrare, stamattina, la messa sulla cima del Monte Venal (2212 metri). O, forse, qualche metro più in basso, vista la neve novella che ha indotto gli organizzatori ad accorciare l’escursione programmata.

Chies e le sue montagne: Giuseppe AndrichDi certo la camminata «in gruppo» proseguirà l’ideale spirito comunitario con cui, lunedì scorso, si è aperta la manifestazione. Tra un «Mira il tuo popolo» cantato da tutto il publico, diretto dal mestro Bepi De Marzi, e una panoramica di dipinti del cadorino Vico Calabrò, la nona edizione ha infatti aperto i battenti nel santuario di Irrighe entrando presto in sintonia con ospiti e platea. Arte e musica sono state le protagoniste indiscusse di una chiacchierata «musicale» con la scoppiettante coppia di amici De Marzi-Calabrò, che ha condotto i partecipanti in un breve viaggio all’indietro nel tempo, tra note, colori e citazioni letterarie dell’amico Rigoni Stern, alla ricerca di quei segnali della cultura montanara ormai perduti nel clamore della società globale.

Chies e le sue montagne: Giuseppe AndrichClamore sconosciuto a Franco Nicolini nei 60 giorni utili a toccare le 82 cime sopra i 4000 metri delle Alpi. La guida alpina di Molveno, in compagnia dell’amico Diego Giovannini, nel 2008 ha chiuso l’enorme concatenamento, tassello nella storia dell’alpinismo e sogno incompiuto del grande Patrick Berhault. Il racconto della guida trentina a Lamosano, giovedì sera, ha trovato un pubblico quasi incredulo nel sentire le cifre di una cavalcata sovrumana tra creste e cime, conclusa con pochissime ore di sonno al giorno e un totale di quasi 100 mila chilometri di dislivello in salita.

Dalle salite alle discese più estreme, omaggiando lo «sciatore dell’impossibile» Sylvain Saudan, ieri sera a San Martino la guida friulana Luciano De Crignis ha proposto invece una carrellata della sua brillante attività, dalle pareti del Cervino a quelle del McKinley, a un pubblico traboccante che, nella sala-bar della Locanda da Aldo, ha potuto seguire, novità di questa nona edizione, anche in video-conferenza tutte le immagini e i commenti. Maudi De March