Il Gazzettino di Belluno - 23 ottobre 2010
Tante storie, tanta gente
Forse arriverà come sempre, all’ultimo minuto, sgambettando come un camoscio su per il sentiero. Forse indosserà al volo la tunica bianca, confusa nel bianco della neve. Quasi certamente, a differenza dell’anno scorso, stavolta don Rinaldo Ottone non indosserà i calzoncini corti che porta nei suoi allenamenti da skyrunner. Il «prete volante», a tempo perso fine teologo e preside del Liceo linguistico di Cortina, è anche quest’anno parte attiva nella rassegna di «Chies e le sue montagne»: sarà lui infatti a celebrare, stamattina, la messa sulla cima del Monte Venal (2212 metri). O, forse, qualche metro più in basso, vista la neve novella che ha indotto gli organizzatori ad accorciare l’escursione programmata.
Di certo la camminata «in gruppo» proseguirà l’ideale spirito comunitario con cui, lunedì scorso, si è aperta la manifestazione. Tra un «Mira il tuo popolo» cantato da tutto il publico, diretto dal mestro Bepi De Marzi, e una panoramica di dipinti del cadorino Vico Calabrò, la nona edizione ha infatti aperto i battenti nel santuario di Irrighe entrando presto in sintonia con ospiti e platea. Arte e musica sono state le protagoniste indiscusse di una chiacchierata «musicale» con la scoppiettante coppia di amici De Marzi-Calabrò, che ha condotto i partecipanti in un breve viaggio all’indietro nel tempo, tra note, colori e citazioni letterarie dell’amico Rigoni Stern, alla ricerca di quei segnali della cultura montanara ormai perduti nel clamore della società globale.
Clamore sconosciuto a Franco Nicolini nei 60 giorni utili a toccare le 82 cime sopra i 4000 metri delle Alpi. La guida alpina di Molveno, in compagnia dell’amico Diego Giovannini, nel 2008 ha chiuso l’enorme concatenamento, tassello nella storia dell’alpinismo e sogno incompiuto del grande Patrick Berhault. Il racconto della guida trentina a Lamosano, giovedì sera, ha trovato un pubblico quasi incredulo nel sentire le cifre di una cavalcata sovrumana tra creste e cime, conclusa con pochissime ore di sonno al giorno e un totale di quasi 100 mila chilometri di dislivello in salita.
Dalle salite alle discese più estreme, omaggiando lo «sciatore dell’impossibile» Sylvain Saudan, ieri sera a San Martino la guida friulana Luciano De Crignis ha proposto invece una carrellata della sua brillante attività, dalle pareti del Cervino a quelle del McKinley, a un pubblico traboccante che, nella sala-bar della Locanda da Aldo, ha potuto seguire, novità di questa nona edizione, anche in video-conferenza tutte le immagini e i commenti. Maudi De March