Corriere delle Alpi - 09 novembre 2010


«Chies e le sue montagne», una rassegna umana

Chies e le sue montagneCHIES D’ALPAGO. Un bilancio altamente positivo per la rassegna “Chies e le sue montagne” per la soddisfazione di Gianluca Dal Borgo: «Penso che il segreto sia quello di saper organizzare stando con i piedi per terra: il fatto che non ci siano di mezzo né soldi nè ambizioni personali rende tutto più facilem dal momento che a determinare il successo non sono né gli incassi né i numeri delle presenze, ma solo il piacere di aver regalato qualcosa alla nostra comunità, per amore dell’ambiente montano nel quale viviamo. Per questo la gente ci segue e non solo dall’Alpago». “

Chies e le sue montagne: Gianluca Dal BorgoChies e le sue montagne” non si caratterizza per una “semplicità costruita” ma per una semplicità genuina: «Perché questa è la nostra realtà. Il programma vario (incontri con alpinisti più o meno famosi, s.messa in quota, una cronoscalata) e itinerante, che coinvolge tutti i nostri paesi e la collaborazione della gente che sa creare ovunque un “tessuto positivo” con musica popolare e qualcosa di buono da gustare, rappresentano una formula antica che non ha ancora perso il suo valore; è ancora un mix ideale per dare una risposta al bisogno di naturalità, di tempi scanditi armonicamente,di contatto umano, di sapori genuini.

E non è certo l’uso della videodiretta introdotta quest’anno proprio per non escludere chi non riesce a intruffolarsi in sala a guastare questo piacevole clima», specifica il coordinatore della Chies e le sue montagne: gli organzzatorirassegna. «L’ospite che viene a parlarci sta tra la gente a contagiarci con la sua umanità, senza piedestalli o palcoscenici in mezzo.

E dopo il suo intervento si ferma tra gli spettatori a colloquiare, a rispondere a domande che magari non gli sono state poste in pubblico». E aggiunge sorridendo: «Capita spesso che il dopo-serata si protragga per un tempo più lungo della conferenza stessa. E capita altrettanto spesso che il protagonista venga ospitato per la notte nelle nostre case o nelle canoniche». (l.s.)