Festa per tutta la famiglia

Podisti al Giro del Lago di Santa Croce 2016(Podisti.net magazine) Corsa senza classifica, in una zona molto ricca di manifestazioni podistiche (il 10 si era svolto un trail a ricordo di un giovane scomparso, nel giorno esatto della sua morte; e oggi stesso, nella vicina Longarone, era organizzata un’altra gara), patria adottiva del siepista Abdullah Bamoussa convocato in extremis per le Olimpiadi, questo giro è riuscito ad attirare 3700 partecipanti, con la particolarità che si poteva correre tanto a piedi quanto in bicicletta (la tradizione ciclistica dei luoghi è testimoniata pure dal passaggio dell’ultimo Giro d’Italia).

La modalità su due ruote è stata scelta da un numero maggiore di persone, soprattutto per la gioia di poter correre coi propri figli in tenera età: i più piccoli sul seggiolino o sul carrello-appendice (anche qualche cane poco ‘podista’ ha usufruito di questo mezzo di trasporto), ma quelli appena più grandicelli, anche di 4-5 anni, sfrecciavano sulle loro biciclettine, muniti di casco e in compagnia dei genitori. E naturalmente, dai dieci anni in su, i ragazzi correvano per i fatti loro; ne ho visti molti anche fungere da corteo di accompagnamento alle handy-bike (presenti in discreto numero).


Podisti al Giro del Lago di Santa Croce 2016Un po’ meno (devo dirlo) mi sono parsi i ragazzini che correvano a piedi, ma erano in generale i podisti ad essere numericamente soverchiati dai ciclisti (partiti mezz’ora dopo, dunque senza interferire troppo sul nostro gruppo nelle prime fasi); d’altra parte, un giro di 17 km per un ciclista è robetta, mentre per un podista richiede un po’ di preparazione, anche se il tempo massimo generoso di 3 ore consentiva pure di camminarlo tutto (però, direi che dopo le 2 ore siano arrivati soprattutto ciclisti).

Bel giro, a parte forse il primo e gli ultimi 3 km, dove il suggestivo lago d’Alpago, di cui abbiamo percorso tutto il perimetro, scompariva per lasciare il posto a insediamenti industriali (la località di arrivo-partenza non dà direttamente sul lago). Certo, le industrie non sono quasi mai belle da vedere, ma se non ci fossero quelle (ho notato in particolare una grande fabbrica di occhiali, specialità della zona) anche il podismo troverebbe difficoltà di ‘alimentazione’. Quasi assente il traffico veicolare sulle strade percorse, una statale di grande percorrenza in quanto porta d’accesso alle Dolomiti venete, e una ex statale ‘provincializzata’. C’era perfino del tifo, specie nel paesone di Santa Croce (un po’ in decadenza da quando l’apertura dell’autostrada ha tolto da qui buona parte del turismo di passaggio; triste vedere due ex alberghi-ristoranti sverniciati e con le erbacce attorno).


Podisti e ciclisti al Giro del Lago di Santa Croce 2016Di fronte a un costo d’iscrizione di sette euro (interamente devoluti in beneficenza, e che davano diritto a una maglietta commemorativa, oltre a parecchi premi a sorteggio), erano quattro i ristori sul tracciato (particolarmente ricco l’ultimo,verso il km 13, dove abbondavano le fette di anguria); senza contare il ristoro finale, con la chicca di una granita al latte davvero gradevole visto il clima caldo-umido (21 gradi alla partenza, poi in crescendo, infine smorzati da un temporalone quando però eravamo tutti sulla via del ritorno). I gelati sono un’altra specialità della zona, tra Longarone e Zoldo.

Come dicevo, nessuna velleità di classifiche al di fuori di quelle per società; nella chiesa vicino al traguardo, un cartello garantiva “vi sono ultimi che saranno primi”, e sinceramente mi è sembrato un po’ patetico l’impegno di taluni anziani ciclisti, che addobbati di tutto punto stile-Prodi sfrecciavano ai 40 lungo la statale inveendo se noi podisti deviavamo dalla linea ideale. A pochi km ci sono il Nevegal, la Staulanza, il Giau, il Duran, la Cibiana: ne avreste di posti dove sfogare le vostre passioni…

Podisti e ciclisti al Giro del Lago di Santa Croce 2016Chi voleva poteva restare a pranzo, pasto completo per 10 euro, e completare così una domenica trascorsa sanamente in famiglia. Tra le quali famiglie, ne ho ritrovate due che mi piace ricordare, quella di Stefano Bettega (già partecipante alla maratona del Primiero) coi suoi meravigliosi sei figli e naturalmente la loro co-autrice, se ho capito bene suddivisi tra podisti e ciclisti; e quella dei miei antichi scolari romagnoli Silvia Medri ed Emanuele Perrone (lui, incontrato quest’anno alla ecomaratona di Cervia), che essendo più giovani … di bimbi ne hanno ‘solo’ tre.

Sono persone come queste che tentano di salvare la nostra stanca civiltà, e credo che anche corse come questa di Alpago (che a fianco del palco delle premiazioni esibiva un cartello riportante gli articoli 29-30-31 della Costituzione a tutela di famiglia ed educazione dei figli) siano un bel contributo al sano e festoso avviamento sportivo dei nostri giovanissimi.