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Vincenzo MunaroCHI E’ VINCENZO MUNARO
 
Vincenzo Munaro, artista bellunese, nasce a Funes di Chies d'Alpago nel 1947. Studia al Liceo Artistico di Venezia dove si diploma; prosegue poi gli studi all'accademia di Venezia specializzandosi nell'incisione.

Durante gli studi ha illustri maestri quali Barbisan, Pizzinato, Dalla Venezia e lo scultore Messina; da essi oltre alle tecniche pittoriche, scultoree e incisorie, apprende anche l'amore per l'aspetto figurativo e per la raffigurazione della realtà che lo circonda.

Dalle sue opere traspare così il legame profondo con la sua terra, con il bellunese ed i suoi abitanti. Lavora con la terracotta, dipinge ad acrilico e con i pastelli, incide su metallo a punta secca.

Come scultore realizza opere a bassorilievo e a tutto tondo, come pittore coniuga diverse tecniche pittoriche.

Munaro oltre che artista è stato docente presso la scuola media “Ippolito Nievo” di Belluno.
Nel 1964 esegue la sua prima opera artistica, “La filatrice”, con la tecnica ad olio; a partire da questa data porterà avanti, fino al 1970, una serie di opere pittoriche dedicate alla sua terra d'origine. Si possono ricordare: “Il mio paese”,”La mia gente”e ”La mia famiglia”.
Il suo percorso artistico ha ottenuto rilevanti riconoscimenti: è stato infatti insignito di diversi premi in molte città d'Italia e di vari paesi europei.

Vincenzo MunaroHa allestito più di cinquanta personali partendo dal lontano 1967, anno in cui ricevette il secondo premio di scultura al cinquantaquattresimo Gran Premio dei Giovani “Bevilacqua La Masa” a Venezia.

Nel 1970 l'artista si stabilisce a Belluno dove dà via al suo secondo momento creativo eseguendo una serie di opere dedicate alla città. Lo stesso anno allestisce la sua prima personale alla galleria “La Radice” di Viale Fantuzzi.

Nel 1972 a Belluno nella “Galleria Mendoza” di via Vittorio Veneto espone le prime opere dedicate alla città di Belluno. A partire dall'anno successivo l'artista mette a punto mostre in tutta la provincia bellunese, apre il suo primo studio in città ed una galleria a Grado, in via Marina, lì presente ancor oggi, punto di riferimento della cultura mitteleuropea.

Sempre in quegli anni diviene punto di riferimento all'interno dell'A.PP.IA e realizza, con artisti del valore quali Augusto Murer, Paolo Cavinato, Tono Zancanaro e Renato Guttuso una serie di cartelle litografiche.

Da ricordare, nel 1973, “Omaggio a Belluno”, arte e fotografia con Zanfron. Altri momenti da ricordare nella sua vita d'artista sono l'omaggio a Longarone nel 1975, nel 1976 la sua terra d'origine gli dedica una mostra itinerante per i cinque comuni dell'Alpago. Nel 1978 è protagonista della mostra organizzata dal “Circolo Culturale dell'Amicizia” “La città, il centro storico. Riflessioni”, in Auditorium.

Vincenzo MunaroA partire dal 1975 realizza una serie di opere pubbliche scultoree da Umbertide (Perugia) a Canale d'Agordo, dall'Alpago a Grado; opere realizzate su tematiche quali la Resistenza e l'emigrazione. Nelle opere trattanti quest'ultima tematica molteplici sono i soggetti rappresentati, tutti, però, riconducibili a tre tematiche di fondo: il lavoro, la sofferenza ed il paese. Fra queste opere ricordiamo: “Il seggiolaio agordino” in bronzo, “Emigrare”, dipinto a tecnica mista e “L'emigrante”, scultura realizzata in terracotta.

Munaro realizza il primo monumento alla Resistenza, in Umbria, a Umbertide (PG), sotto l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

Nel 1979 incontra a Roma il Papa ed in tale occasione realizza il bassorilievo in bronzo “La continuità” (Da Luciani a Wojtyla.). Promosso dalla Famiglia “Piave” dall'Associazione “Bellunesi nel mondo”.

Da lì a poco parte anche la mostra “Papa Luiciani e la sua terra” che viene ospitata prima a Grado, nel Battistero, e poi a Vittorio Veneto, quindi a Feltreed infine a Canale d'Agordo.

Vincenzo MunaroNel 1983 è protagonista a Cormons nella cantina produttori della manifestazione “arte in cantina” assieme ad artisti di fama internazionale. Nasce in questa occasione il famoso “Vino della Pace” che ogni anno viene inviato a tutti i capi di stato del mondo, le cui etichette sono state realizzate da famosi artisti del calibro di Manzù, Bay, Vedova, Music ed altri.

Nel 1985 si tiene un'antologica nella sua terra d'origine a Chies d'Alpago.
Nel 1988, affresca a Col Cumano, assieme agli artisti del triveneto Glauco Tiozzo, Renato Varese, Gina Roma, Cesco Magnolato, Roberto Joos, Marino Cassetti, questo centro di spiritualità con opere aventi per tema la pace e inaugurato da Giovanni Paolo II. A tal riguardo, in occasione del secondo incontro tra i due, il Papa si complimenta nuovamente con l'artista Bellunese per il valore della sua opera pittorica.

Dal 1992 riprende soggetti aventi per tema la sua Belluno nella serie “Belluno anni 90” in cui si illustra la città in modo critico e personale. A pertire dal 1995 inizia il tour europeo conclusosi nel 1997, con mostre in musei D'Austria (Kapfenberg) e Spagna (Victoria).

Dal 1997 al 2001 è protagonista con la manifestazione “Mari e Monti”, importantissima occasione artistica che ha visto l'unione della Provincia di Belluno con le città di Cormons e Grado per promuovere cultura, tradizione ed arte, sostenuto dagli operatori di via Marina. Nel 1998 tiene la sua seconda antologica a Belluno presso l'Istituto Catullo “Galleria Quattro Archi”.

Nel 2005 è protagonista con l'opera “Dalle Dolomiti a Grado”, con la realizzazione di un'affresco in centro storico a Grado; che ricalca il percorso dell'artista dalle sue terre a Grado; passando per Cividale ed Aquileia, con una rivisitazione storica e culturale.

La sua opera di ricercatore infaticabile dei sentieri dell'arte continua ancora oggi e sempre fresca risulta la sua vena creativa.

Vincenzo MunaroAlcuni critici e giornalisti che si sono occupati della sua opera: Andrea Ferrazzi, Flavio Olivo, Mario Morales, Silvano Bertolissi, Enore Ghiraldo, Giuseppe Sorge, Fiorello Zangrando, Antonio Boemo, Leonardo Tognon, Alberto Frasson, Marino Perera, Agostino Perale, Dino Bridda e Carlo Sgorlon.

Recensioni su quotidiani e riviste: Corriere della Sera, La Nazione, Il Messaggero, Il Tempo, Il Piccolo, Il Messaggero veneto, Tribuna di Treviso, Il Gazzettino, Il Corriere delle Alpi, Tutto Grado, Il Friuli, La Voce Isontina, L'Amico del Popolo, Ill Messaggero di S. Antonio.



Bruno PizzulDICONO DI LUI

Bruno Pizzol: "Di Vincenzo Munaro mi ha sempre sorpreso la straordinaria propensione al rapporto personale, al contatto umano: te lo ritrovi addosso, entusiasta e cordiale, nei circuiti privilegiati del suo fare artistico, dall’amato Alpago all’ormai antico approdo lagunare di Grado, dall’Umbria prediletta alle dolci colline del Collio.

Ama definirsi il pittore montanaro, ma sa trasmettere emozioni anche quando racconta, con la sua raffinata tecnica, altri paesaggi, altre genti. Dove fiorisce un’iniziativa per promuovere la pittura e l’arte, Munaro c’è, con le opere e con la presenza assidua, coinvolgente.

Con legittimo orgoglio ricorda di essere stato uno dei primi artefici di quel grande progetto enoico culturale che è poi sfociato nel Vino della Pace della Cantina dei Produttori di Cormòns, pluridecennale iniziativa con il vino prodotto nella Vigna del Mondo e inviato ai capi di stato di tutto il mondo come segno augurale.

Pittori famosi hanno creato le etichette che anno dopo anno sono venute a creare un’autentica, inimitabile galleria d’arte. Ma prima che quel progetto trovasse realizzazione, Munaro con altri amici appassionati di pittura e del buon stare assieme, cominciò a dipingere le grandi botti della cantina, in piena solidarietà d’intenti con il direttore Soini, da sempre convinto assertore che tra il mondo del vino e l’espressione artistica ci sia un ideale collegamento.

Dire quante personali abbia allestito l’amico Vincenzo, quanti riconoscimenti abbia ottenuto, quale sia la considerazione di cui gode diventa quasi superfluo soprattutto da parte di chi lo conosce come uomo e compagno d’avventura.

Ora ripropone le sue opere e il suo entusiasmo, in una raccolta che racconta gli estri artistici ma che lo fa intuire anche nello spessore umano, nella costante ricerca della compagnia, della condivisione di esperienze non solo necessariamente artistiche, magari in compagnia di un buon bicchiere di vino. In via Marina a Grado la sua galleria è un punto di ritrovo per gli amatori d’arte ma anche per chi sa coltivare l’antica e poco praticata abitudine alla chiacchiera, alla conversazione, allo stare assieme. Bravo Munaro, inutile che ti dica che ci rivedremo presto.

E sarà, come sempre, festa".