Maglietta 2010
Rino Pinto è nato a Napoli il 5/11/1940.
Ha frequentato da giovanissimo lo studio del pittore e scultore Minucci. Trasferitosi a Belluno per motivi di lavoro, ha approfondito da autodidatta le sue esperienze nel campo della pittura e della grafica.
Ha allestito 50 mostre personali in Italia e all’estero ed ha partecipato per invito a numerose collettive ottenendo anche premi e riconoscimenti. E’ stato seguito nell’attività artistica da diverse gallerie e da qualificati operatori del settore.
E’ giornalista pubblicista ed ha collaborato con quotidiani e periodici per diversi anni, occupandosi di notizie e commenti d’arte.
Rino Pinto illustra il disegno della Maglietta 2010
”Trattandosi di logo da percepirsi con immediatezza, anche in relazione all'utilizzo della bicromia su fondo bianco, ho preferito, alla realizzazione descrittiva, una composizione per certi aspetti simbolica.
Ho utilizzato il blu e l' azzurro e lo stesso bianco che nella composizione mi ha fornito una ulteriore possibilità.
Tutti gli elementi raccolti nel cerchio sono quindi i simboli immediatamente individuabili di paesaggio montano (montagna ed albero) e di uno spazio di acqua in cui si stagliano le due vele bianche.
Il ciclista con le ruote bianche della bicicletta che lo collegano alla strada pur se schematizzato al massimo sovrapponendosi al paesaggio diviene protagonista.
La realizzazione è stata prevalentemente grafica utilizzando la tecnica mista del collage e del computer”.
Dicono di Lui
“… Per Pinto la realtà visibile è un pretesto per fare della fantasia: di lui si è scritto come di un felice rapporto e confronto fra le culture pittoriche napoletana e veneta.
Io direi non solo di quella pittorica, bensì della cultura in generale delle due regioni. E soprattutto di quell’aspetto di esse che più le avvicina: la fantasia, i sogni colorati, le saghe antiche.
Non è il surreale, né l’astratto, né il vedutismo. Perché la realtà si dissolve pacatamente nell’idea che il pittore impone all’osservatore attento: l’idea che è sintesi di concetti puri, astratti da una realtà analizzata severamente e che felicemente si traduce in immagini poetiche ...”
Agostino Perale (Feltre 1984, dal catalogo della mostra personale Galleria Bottega del Quadro)