Maenza Vincenzo

Vincenzo Maenza

Vincenzo Maenza“Pollicino”, all’anagrafe Vincenzo Maenza, re della lotta greco-romana, è un piccolo grande uomo, un campione di valore assoluto, emerso in uno sport decisamente poco popolare, fatto di enormi sacrifici quotidiani, assolutamente non ripagati dagli scarsi guadagni che ne derivano. Almeno una volta ogni quattro anni, però, in occasione delle kermesse olimpiche, anche le discipline cosiddette “minori” godono finalmente di una degna vetrina e Maenza è riuscito a sfruttarla nel migliore dei modi, cogliendo, negli anni Ottanta, uno straordinario bis a cinque cerchi.

La sua è una bella storia di fatica, sofferenza e abnegazione. Subito dopo la nascita, avvenuta ad Imola il 2 maggio 1962, Vincenzo viene abbandonato dalla giovanissima madre: crescerà a Faenza insieme al padre e alla nonna. All’età di dodici anni, afflitto da scoliosi, comincia a frequentare la palestra e qui scopre la passione per la lotta.

Il suo talento è enorme, la volontà non è da meno e cos
Vincenzo Maenzaì arrivano le prime soddisfazioni: nel 1979, a diciassette anni, l’argento ai Giochi del Mediterraneo di Spalato; nel 1980 la partecipazione alle Olimpiadi di Mosca; nell’81 il bronzo agli europei; nell’82 addirittura una strepitosa medaglia d’oro ai mondiali di Caracas, seguita, l’anno dopo, da un nuovo successo ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca. Vincenzo gareggia nella categoria minimosca (fino a 48 kg.), la più adatta alla sua piccola mole, che gli fa guadagnare l'affettuoso soprannome di “Pollicino”.

Nell’84 sono in programma i Giochi Olimpici di Los Angeles:
seguito dal direttore tecnico Romanacci e dall’allenatore bulgaro Gurov, Maenza vi si presenta in forma smagliante e domina la scena. La finale dura meno di due minuti, tempo sufficiente per portarsi in vantaggio sul 22enne tedesco Markus Scherer per 12-0, il punteggio che decreta nella lotta il termine dell’incontro, l’equivalente del k.o. nella boxe.

Vincenzo MaenzaAgile, rapido, tecnico, motivato, “Pollicino” acquisisce grande popolarità dopo il trionfo americano: si fa viva anche la madre (ma il loro rapporto non sarà mai idilliaco) ed una banca gli garantisce un impiego a partire da quattro anni dopo, al termine delle Olimpiadi di Seul ’88 (ma la promessa non verrà mai mantenuta).

Passato il momento di gloria e popolarità, per Maenza torna il momento di allenarsi, in sordina, con fatica e le consuete difficoltà a conciliare l’attività sportiva, che gli prende buona parte della giornata, con la volontà di costruirsi un futuro lavorativo certo per il dopo-agonismo. Nei quattro anni precedenti alle Olimpiadi coreane, Vincenzo fa ancora incetta di trofei: su tutti, il supercampionato del mondo ’85 a Tokyo, un oro e due bronzi europei, l’oro ai Giochi del Mediterraneo ’87 (in Sicilia) e, nello stesso anno, l’argento mondiale.

A Seul “Pollicino” non delude le attese e conquista il secondo titolo olimpico consecutivo, dominando in finale il polacco Glab, dopo una gran vittoria ottenuta in precedenza sul pericoloso bulgaro Tzenov. In un nuovo sventolare di bandiere tricolori, Vincenzo viene premiato e indicato dai dirigenti come esempio da seguire, ma, come al solito, le luci della ribalta non si accenderanno su di lui per un altro quadriennio.

E siamo all'ultimo atto della storia agonistica: nel ’92 Maenza si presenta a Barcellona per tentare un incre
dibile tris olimpico e sfiora l’impresa. Dopo due ori, infatti, arriva “solo” un argento: “Pollicino” si qualifica per la finale, ma la cede di misura ad Oleg Kucherenko, che gareggia per la Comunità degli Stati Indipendenti (l’ex Urss). Kucherenko vince grazie all’inganno: in avvio dell’incontro,Vincenzo Maenza Vincenzo gli tende la mano per salutarlo rispettosamente, ma lui l’afferra e rovescia a terra l’azzurro, ottenendo i 3 punti determinanti. Il vantaggio sarà mantenuto grazie ad una tattica ostruzionistica fino al suonare della campana.

Dopo i Giochi spagnoli, cala il sipario su una carriera ineguagliabile, che ha fatto sognare tanti appassionati e
che è valsa a Maenza una meritatissima Medaglia d’Oro al Merito Sportivo. Oltre che piacevole ed esaltante, ricordare le sue gesta è doveroso: “Pollicino” merita, senza dubbio, un posto fra i più grandi nella storia dello sport nazionale.


Palmares Sportivo in sintesi

1978 - 2° Posto Torneo MEC Olanda
1979 - Argento ai Giochi del Mediterraneo a Spalato
1981 - Bronzo Europeo - Bursa
1982 - Oro mondiale - Caracas
1983 - Oro ai Giochi del Mediterraneo a Casablanca
1984 - Oro olimpico Los Angeles
1984 - 1° Posto Coppa CEE Atene
1984 - Bronzo europeo in Svezia
1985 - Oro Supercampionato del Mondo a Tokyo
1986 - Bronzo europeo in Atene
1987 - Oro europeo a Tampere
1987 - Oro ai Giochi del Mediterraneo in Siria
1987 - Argento mondiale in Francia
1988 - Oro olimpico Seoul
1989 - 2° Posto Festival mondiale - Colorado
1991 - Bronzo ai Giochi del Mediterraneo
1992 - Argento olimpico Barcellona
Medaglia d’Onore al Merito Sportivo