8 agosto 2009

“Pollicino”, all’anagrafe Vincenzo Maenza, re della lotta greco-romana, è un piccolo grande uomo, un campione di valore assoluto, emerso in uno sport decisamente poco popolare, fatto di enormi sacrifici quotidiani, assolutamente non ripagati dagli scarsi guadagni che ne derivano. Almeno una volta ogni quattro anni, però, in occasione delle kermesse olimpiche, anche le discipline cosiddette “minori” godono finalmente di una degna vetrina e Maenza è riuscito a sfruttarla nel migliore dei modi, cogliendo, negli anni Ottanta, uno straordinario bis a cinque cerchi. La sua è una bella storia di fatica, sofferenza e abnegazione. Subito dopo la nascita, avvenuta ad Imola il 2 maggio 1962, Vincenzo viene abbandonato dalla giovanissima madre: crescerà a Faenza insieme al padre e alla nonna. All’età di dodici anni, afflitto da scoliosi, comincia a frequentare la palestra e qui scopre la passione per la lotta. Il suo talento è enorme, la volontà non è da meno e così arrivano le prime soddisfazioni: nel 1979, a diciassette anni, l’argento ...... 

La Settimana dello Sport Amico