Alfredo Martini
Nasce a Sesto Fiorentino (FI) il 18 febbraio 1921. Una carriera straordinaria sia in sella alla sua bici che come dirigente e poi come commissario tecnico.
Il Martini ciclista ha vinto tanto tra i dilettanti, un po' meno, rispetto a quanto avrebbe meritato, da professionista, sebbene le sue doti di uomo squadra, la sua solidità, tenacia e grande intelligenza tattica ne hanno fatto uno dei più richiesti uomini squadra.
Sono sicuramente da ricordare le partecipazioni alle corse a tappe, come nel 1949 e nel 1952, nel Tour de France, a fianco del vittorioso ed indimenticabile Fausto Coppi, oppure al Giro d’Italia, con i due sesti posti nel ’47 e nel ’49, ed il terzo (dietro Koblet e Bartali) nel ’50.
Sempre in quegli anni spiccano le due vittorie al Giro dell’Appennino (’47) e del Piemonte (’50), un 7° e un 3° posto nel Giro della Svizzera (’48 e ’51) e due secondi posti ai campionati tricolori del ’50 e alla Parigi-Tours del ’51. Le sue qualità gli consentirono di essere selezionato sia in Nazionale che ai Mondiali (1949 e 1950).
Seppe poi fare tesoro della sua esperienza agonistica e delle sue caratteristiche umane, divenendo un eccezionale DS, prima nella “Ferretti” (portò lo svedese Pettersson al successo del “Giro” 1970), poi nella Sammontana.
Nel 1975 viene nominato CT della Nazionale che guidò (tra il consenso generale) per ben 22 anni, conquistando 6 titoli iridati (Moser nel ’77, Saronni nell’82, Argentin nell’86, Fondriest nell’88 e un doppio Bugno, ’91 e ’92), 7 argenti e 7 bronzi.
Nel ’97 passa il comando ad Antonio Fusi e dal ’98 assume l’incarico di supervisore di tutte le squadre nazionali, incarico che conserva tutt’ora.
E’ anche presidente onorario della Federazione Ciclista Italiana.
Sono sicuramente da ricordare le partecipazioni alle corse a tappe, come nel 1949 e nel 1952, nel Tour de France, a fianco del vittorioso ed indimenticabile Fausto Coppi, oppure al Giro d’Italia, con i due sesti posti nel ’47 e nel ’49, ed il terzo (dietro Koblet e Bartali) nel ’50.
Sempre in quegli anni spiccano le due vittorie al Giro dell’Appennino (’47) e del Piemonte (’50), un 7° e un 3° posto nel Giro della Svizzera (’48 e ’51) e due secondi posti ai campionati tricolori del ’50 e alla Parigi-Tours del ’51. Le sue qualità gli consentirono di essere selezionato sia in Nazionale che ai Mondiali (1949 e 1950).
Seppe poi fare tesoro della sua esperienza agonistica e delle sue caratteristiche umane, divenendo un eccezionale DS, prima nella “Ferretti” (portò lo svedese Pettersson al successo del “Giro” 1970), poi nella Sammontana.
Nel 1975 viene nominato CT della Nazionale che guidò (tra il consenso generale) per ben 22 anni, conquistando 6 titoli iridati (Moser nel ’77, Saronni nell’82, Argentin nell’86, Fondriest nell’88 e un doppio Bugno, ’91 e ’92), 7 argenti e 7 bronzi.
Nel ’97 passa il comando ad Antonio Fusi e dal ’98 assume l’incarico di supervisore di tutte le squadre nazionali, incarico che conserva tutt’ora.
E’ anche presidente onorario della Federazione Ciclista Italiana.