Gli 8000 di Fausto De Stefani a Chies
(L'Amico del Popolo - 03 novembre 2007) Si è chiusa con un bilancio più che soddisfacente la sesta edizione di Chies e le sue montagne. Gli ultimi appuntamenti hanno registrato un'alta affluenza di pubblico, come il 23 ottobre a Codenzano, dove è stata protagonista la famiglia Bona di Tambre, con Barry, Alvio (padre di Barry) ed Ettore (lo zio), che sono stati trai fondatori del soccorso alpino alpagoto e del gruppo alpinistico "I tor", il quale negli anni ‘70-‘80 ha aperto alcune vie sul gruppo montuoso della Conca.
La serata è stata incentrata sull'originale, artigianale e coinvolgente lungometraggio "Vuoto è dintorni", montato da Barry in un anno di lavoro, riguardante le salite alpinistiche da loro realizzate in questi ultimi anni: da alcune difficili classiche dolomitiche - via Kcf nel Bosconero, via Bob Kennedy sulla Torre Venezia e dietro Philipp-Flamm alla nord-ovest del Civetta - ad altre salite in solitaria invernale sui monti della Conca - vie sul Colombera e sul Cimon di Palantina. Altre immagini hanno riguardato i primi voli ed esperimenti di volo in parapendio o proto-parapendio di Alvio nei primi anni ‘80.
Il 25 ottobre a San Martino la conferenza di tre medici alpinisti ha riempito la sala, tanto che alcuni non sono potuti entrare. Il dottor Giuliano De Marchi ha tenuto un'interessante relazione sui disturbi dell'alta quota, con testimonianze dirette delle proprie salite himalayane e relativi episodi di soccorsi-salvataggi di compagni afflitti da tali disturbi. Il dottor Mario Menegardi ha trattato la psicologia dell'andar per monti, scandagliando cause e motivazioni che spingono l'uomo ad avvicinarsi alla montagna e alle discipline sportive ad essa collegate, come l'alpinismo, che assume la funzione di "gioco catartico". Infine il dottor Adriano De Biasi ha illustrato gli effetti della montagna - dalle semplici escursioni agli sforzi estremi - sul cuore e sul sistema cardiocircolatorio.
"Chies e le sue montagne si è chiusa" il 26 ottobre a Lamosano. Ospite d'eccezione, l'alpinista Fausto De Stefani, secondo italiano a salire tra il 1983 e il 1998 tutti i 14 Ottomila della Terra. La serata, tenutasi presso le scuole medie con l'atrio stracolmo - circa 200 persone -, è stata intensa e toccante per i messaggi portati dall'ospite mantovano. Più che l'alpinismo e le imprese, De Stefani ha illustrato il mondo ‘altro' che ha imparato a conoscere in questi ultimi anni tra Nepal e Tibet, la condizione delle popolazioni locali, attanagliate da povertà e repressione. Attivissimo nelle opere umanitarie verso i ragazzi del Nepal, è riuscito a raccogliere fondi sufficiènti per la costruzione di tre scuole professionali in quella regione, con lo scopo di istruire i giovani e toglierli dalla strada dando loro vitto e alloggio.
«L'alpinismo di oggi è specchio della società - ha dichiarato De Stefani - e le tragedie himalayane degli ultimi anni sono conseguenza del modo distorto di vivere la montagna e di concepirne l'approccio come una 'conquista consumistica', basata sul credere che il solo denaro basti a poter portare in cima all'Everest persone che magari non hanno mai indossato un paio di ramponi».
L'ultimo appuntamento di questa edizione 2007 è stata il battesimo ideale di una nuova iniziativa che prenderà il via prossimamente: "Sport e solidarietà". Si tratta di un ciclo di incontri, organizzato dal "Comitato Alpago 2ruote &solidarietà" in ciascuno dei cinque comuni della Conca, con la partecipazione di atleti e giornalisti sportivi. L'ultima serata culminerà con l'assegnazione del neo-istituito premio "Paolo Valenti" all'atleta o giornalista che meglio si sia ispirato ai valori di onestà, correttezza e lealtà, nei quali tanto credeva il compianto cronista sportiva, che ha voluto essere sepolto a Quantin, dove soleva trascorrere le vacanze.