16 ottobre 2018
Martedì 16 ottobre Chies e del sue montagne, a Lamosano, a partire dalle 8.00, coinvolgerà i ragazzi delle scuole medie dell'Alpago all'insegna dello slogan "ogni cittadino del mondo può salvare una vita". Il personale del Ulss n.1 Dolomiti, nell'ambito della giornata internazionale per l'insegnamento del massaggio cardiaco, sarà impegnato a spieghare le tecniche alle giovani generazioni.
Alle 20.45, l'osteria All'Olimpo di Irrighe, guarderà alla montagna con l'occhio della danna: ospite la campionessa di freeride Silvia Moser che con "Space and silence" racconterà la sua esplorazione invernale delle Marmarole-Dolomiti, con un gruppo di amici (per il trailer del video clicca qui).
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Perchè è importante l'insegnamento del massaggio cardiaco?
Ai più sembra una manovra impossibile, riservata a medici con anni di esperienza. Invece imparare il massaggio cardiaco, e salvare così vite umane, è davvero alla portata di tutti. Investire sui giovani per garantire un futuro, sembra una frase banale.
Ma quando si legge che ogni anno, in Italia, circa 60.000 cittadini muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco, a insorgenza spesso talmente improvvisa da non essere preceduto da alcun sintomo o segno premonitore, forse la vera domanda è: quante di queste persone possono venir salvate se si è in grado di fare un efficace massaggio cardiaco?
L’Arresto Cardiocircolatorio (ACC) è una situazione nella quale il cuore cessa le proprie funzioni, di solito in modo improvviso, causando la morte del soggetto che ne è colpito.
La sopravvivenza per questo evento è inferiore al 10%. La letteratura scientifica internazionale ha però dimostrato che un soccorso tempestivo e corretto in caso di arresto cardiaco improvviso, contribuisce a salvare fino al 30% delle persone colpite.
É definita Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP) l’insieme delle manovre atte a mantenere le funzioni vitali supportando artificialmente la circolazione e, se possibile, la ventilazione.
E’ essenziale che le prime manovre di soccorso, in primo luogo le Compressioni Toraciche Esterne (CTE), siano eseguite il prima possibile anche da parte di personale non sanitario (laico) perché rappresentano uno degli elementi principali che favoriscono la sopravvivenza di una persona colpita da ACC.
A questo primo e fondamentale trattamento può aggiungersi l’utilizzo di un Defibrillatore semi-Automatico Esterno (DAE), che consente anche a personale non sanitario di erogare una scarica elettrica stabilita automaticamente dal DAE.
La scarsa conoscenza delle manovre di primo soccorso da parte della popolazione riduce sia le probabilità di sopravvivenza delle vittime colpite da arresto cardiaco, sia le possibilità di limitare eventuali esiti invalidanti. Per queste ragioni è necessario che le tecniche di base di rianimazione cardio-polmonare diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa.
Bastano poche ore di formazione per apprendere le manovre di base di rianimazione cardiopolmonare; imparare a farlo a scuola potrebbe salvare in Italia ogni anno 15.000 persone, dei 60.000 casi annui di arresto cardiorespiratorio.
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Chi è Silvia Moser (www.silviamoser.com)
Nata nel 1990 a Cortina D'Ampezzo, da qualche anno vive e lavora a La Plagne (Francia):
“Vivo la montagna a 360 gradi, con il freeride d’inverno e l’highline d’estate. È stata proprio la montagna a insegnarmi che il confronto vero e proprio è sempre con me stessa e il limite che cerco di battere non è con nessun altro se non con me”.
Si presenta così Silvia Moser, una delle più forti atlete di freeride al mondo. Nata e cresciuta tra le cime di Cortina d’Ampezzo, ha messo gli sci ai piedi già da piccola. Tanti anni di competizioni tra i paletti, per poi decidere di dedicarsi unicamente all’essenza più selvaggia di questo sport, il freeride. Molti i risultati e le soddisfazioni a livello globale, tanti viaggi, sogni e un amore incondizionato per la montagna.
Biografia
Silvia, come tutti i professionisti, ha iniziato a sciare appena ha iniziato a stare in piedi. Si è innamorata della neve grazie al padre che ai tempi accompagnava già il fratello di 2 anni più grande di lei. Ha iniziato così, con la famiglia. Poi, con l'ingresso nello Sci Club Cortina, inizia la sua storia nello sci alpino.
Gareggia nella disciplina fino all'età di 16/17 anni ma poi, complici alcuni amici, ha provato l'emozione del freeride. Affrontare la montagna al di fuori degli schemi e dei paletti le ha trasmesso un'emozione incredibile, quell'emozione che aveva perso con la troppa competitività che l'aveva affiancata nello sci alpino.
Capì che il freeride poteva portarla in giro nel mondo e le avrebbe comunque permesso di esprimere tutta se stessa. Oggi, dopo 2 anni di contest molto promettenti, è nel Freeride World Tour. E' considerata fra le prime dieci donne al mondo nella disciplina.