
La XVII° edizione di Chies e le sue montagne si aprirà sabato 13 ottobre a Pian Formosa, presso lo "stalon", con un convegno dal titolo "Il ruolo e le potenzialità passate ed attuali dell'Istituzione regoliera, nella salvaguardia e valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio montano".
A partire dalle 16.00 interverranno Ugo Pompanin, ex presidente delle regole di Cortina d'Ampezzo, i dott. Giovanni Viti e Mauro De Osti della Regione Veneto, oltre all'avv. Elisa Tomasella, tra i maggiori esperti di diritto Regoliero in Provincia di Belluno.
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Cosa sono le Regole
Le Regole sono istituzioni antiche, fondate sull’aggregazione di famiglie che si identificano fortemente con il territorio nel quale vivono; ogni nucleo familiare è individuato da un “fuoco” ed è chiamato alla gestione e al godimento di beni la cui proprietà è collettiva.
Tali beni costituiscono un patrimonio, detto patrimonio antico, che non può essere venduto, diviso o acquisito per usucapione, proprio per mantenere intatta la sua consistenza nel tempo; a questo scopo la legge impone che i beni rimangano vincolati alle attività agro-silvo-pastorali, e che i terreni di proprietà della regola non subiscano riduzioni di superficie.
I diritti regolieri erano tradizionalmente trasmessi per via paterna, ma alcune Regole, adeguandosi alle trasformazioni culturali e sociali, permettono oggi la trasmissione anche in linea femminile.
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La Comunanza delle regole dell'Alpago.
Il 30 luglio 2016 è stata costituita a Lamosano (Chies d’Alpago) l’associazione della “Comunanza delle Regole dell’Alpago”, i cui associati sono le sei Regole dell’Alpago ricostituite con Legge regionale del Veneto 19.08.1996 n. 26.
Attraverso questa norma, molte realtà locali del Veneto hanno potuto ricostituire le loro antiche Regole, riaffidando alle varie comunità la gestione dei beni agro-silvo-pastorali quasi ovunque detenuti dai Comuni.
L’esistenza di una Consulta Veneta della Proprietà Collettiva è stata possibile grazie appunto a questa legge e, soprattutto, ai comitati di ricostituzione delle diverse Regole, che in questi anni hanno lavorato e combattuto per ridare vita alle antiche proprietà collettive di montagna.
In questo senso, il caso dell’Alpago è doppiamente virtuoso, in quanto ha prima ricostituito e riaffrancato sei delle antiche Regole della zona e le ha poi portate ad associarsi fra loro: è questo il primo esempio di Comunanza costituita ai sensi della Legge 26/96, associazione nata con l’obiettivo di gestire con maggiore efficacia i beni regolieri alpagoti.
Le Regole che formano la nuova Comunanza sono: la Regola del Monte Salatis, Regola di Cruden e Federola, Regola di Funes-Pedol e Famiglie Munaro di Molini, Regola di Irrighe, Regola di Montanes e Regola di Plois e Curago.
Potranno comunque ssere associate alla Comunanza anche altre Regole riconosciute, purché siano insediate sul territorio dell’Alpago e condividano le finalità dell’associazione.
Gli obiettivi della nuova Comunanza sono quelli di rappresentare unitariamente tutte le Regole associate, assisterle nel disbrigo delle formalità amministrative, tecniche e legali, mantenere l’anagrafe regoliera, supportare le Regole associate qualora siano in difficoltà con i propri organi amministrativi.
Importante è anche l’aspetto della progettazione e realizzazione di interventi sul territorio, che l’associazione esercita a beneficio delle singole Regole, anche attraverso la possibilità di un’economia di scala che organizzi al meglio il lavoro, anche con personale tecnico, amministrativo e di sorveglianza.
Un occhio attento è dato anche alle iniziative utili a mantenere le antiche consuetudini, il folclore e le tradizioni legate alla cultura regoliera locale, anche attraverso la corresponsione di borse di studio o la sponsorizzazione di dottorati o corsi di formazione che abbiano il contenuto e la finalità di aumentare la conoscenza della storia regoliera.
La Comunanza si farà poi promotrice di attività volte allo sviluppo ambientale, turistico, culturale, alla tutela dei prodotti tipici e, più in generale, della promozione del benessere della popolazione anche mediante una gestione sostenibile e condivisa dei territori stessi.
A differenza di quanto accade per le Regole Ampezzane, la Comunanza alpagota non ha un “patrimonio antico” proprio, ma può acquisire beni nel tempo, che rimangono però esclusi dai vincoli di inalienabilità e indivisibilità tipici dei patrimoni regolieri: le terre antiche vincolate rimangono, infatti, proprietà assoluta delle singole Regole associate.
Rispetto ai secoli passati, dove ogni piccola Regola aveva ragione di esistere in modo indipendente e viveva del lavoro svolto dalla maggior parte dei suoi componenti, oggi le realtà più piccole rischiano di estinguersi se non trovano modalità – come ad esempio quella della Comunanza – in cui unire le forze con altri per assicurare un futuro a se stesse e alla comunità che rappresentano.