24 ottobre 2014 - Vincenzo Munaro torna al suo paese
Serata magica con Vincenco Munaro
Serata magica, presenta dal giornalista Pierluigi Svaluto Moreolo, quella di Funes di Chies d'Alpago, in compagnia dell’artista di casa, ma di fama internazionale, Vincenzo Munaro.
L'artista, originario proprio del piccolo paese di Funes, ha voluto festeggiare proprio nel suo luogo natale i 50 anni della sua produzione artistica, con una serata dedicata alla sua arte, all'interno della rassegna organizzata nell'ambito del progetto CHIES E LE SUE MONTAGNE.
Munaro ha voluto, in stile colloquiale ed intimo, raccontare gli eventi salienti della sua carriera, ad iniziare con i primi slanci artistici proprio fra questi paesi di montagna, per poi prendere il largo negli anni di studio a Venezia, dove ebbe la fortuna di fare degli incontri che segnarono per sempre la sua vita e la sua produzione. E ancora il ritorno a Belluno e l'apertura del primo studio e, ovviamente, le prime esposizioni.
Erano altri anni, altri tempi, sembra dire quasi con tono malinconico l'artista. Il giorno d'oggi non sarebbe altrettanto facile una carriera come la sua. Sempre in quegli anni, siamo alla fine del '60, l'incontro forse più straordinario della sua vita, quello con la piccola cittadina marittima di Grado. È li che ora, da anni, Munaro vive e produce. L'esperienza di vita a Grado segnerà come un nuovo natale la vita e la produzione artistica del nostro artista.
Come simbolo di due mondi così lontani che tentano e riescono ad intrecciarsi nella vita di un uomo, la verticalità delle dolomiti e l'orizzonte infinito dell'isola del sole, Munaro porta nella Chiesa di Funes, teatro di questo evento, due opere che contraddistinguono i due momenti. Da un lato una tela che rappresenta la serena quotidianità delle origine montane, dall'altro uno dei quadri più famosi con al centro la spiaggia di Grado e suoi rossi ombrelloni.
Insomma, una vita, quella di Vincenzo Munaro, per l'arte. Una vita fatta di incontri, di esperienze, di viaggi e di tentativi, perchè - questo il messaggio che sembra volerci lasciare - il filo conduttore di questi 50 anni è stato il desiderio di raggiungere i propri obiettivi senza accontentarsi mai. Insomma, un continuo mettersi in gioco evidente anche nelle diverse fasi di sperimentazione e nella poliedricità caratteristica di questo artista.
Munaro termina la serata e la sua intervista-chiacchierata, rivelandoci il suo nuovo obiettivo, ritornare alla scultura, avendo riconosciuto in questa la sua vocazione originaria. Perchè un artista non va mai in pensione, un artista è sempre pronto a cogliere le sfide della vita per perpetuare se stesso attraverso le proprie straordinarie opere e, perchè no, per fornire a noi che di arte ci nutriamo, nuovi modi per comprendere ed interpretare la realtà.
Questo, in poche righe, il contenuto della serata, la quale si è conclusa con la stessa intimità con cui era iniziata, un momento conviviale tra amici, familiari e compaesani di un artista, Vincenzo Munaro, che è andato lontano senza abbandonare mai il luogo delle sue origini.