Chies e le sue montagne

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3 novembre 2013

Chies e le sue montagne - La frana del Tessina protagonista della serata finale

Chies e le sue montagne e la frana del tessinaLa giornata finale di “Chies e le sue montagne” 2013 è prevista per domenica 3 novembre a Funes. Alle 15 è previstala visita guidata alla galleria del monte Teverone, galleria, lunga 1300 metri, la cui funzione è quella di drenare le  acque in eccesso del monte Teverone, ritenute le principali responsabili della grande frana di Lamosano.

Alle 17 ci sarà, a Malga Crosetta, la conferenza a cura del geologo Eugenio Colleselli, sul “Cinquantesimo della frana del Tessina”.

Alle 19 chiusura attorno al fuoco con lettura di alcuni brani di Jack London.
 

La frana del Tessina

(Da www.funes.bl.it) A monte dell'abitato di Funes, sotto le pendici del monte Teverone, il dissesto idrogeologico che interessa una vasta area del bacino del Torrente Tessina, è noto sotto il nome di: "Frana del Tessina". Il fenomeno franoso ha avuto inizio nell'ottobre 1960, dopo un periodo di piovosità eccezionale (ottobre 1960 - mm. 398,7), interessando un volume di circa 1.000.000 di metri cubi su un fronte di distacco di 300 metri di ampiezza a quota 1.100 circa. Una ripresa del fenomeno si ebbe nel dicembre del 1962 sempre in concomitanza a notevoli precipitazioni (nov. 1962 - mm 251,2); in questa fase, la massa in frana, fluidificata dalle acque sorgive e meteriche, si è evoluta in un colamento lungo la valle del Tessina, fino a lambire l'abitato di Funes; nel 1963 la colata di fango aveva un'estensione di mt. 2,250 e si assestava a circa m. 350 a monte del vecchio ponte sul Tessina a Lamosano. La massa ammontava a qualche milione di metri cubi. Il movimento è ripreso nella primavera del 1964 durante il disgelo dopo abbondanti precipitazioni (aprile 1964 - mm. 114), manifestandosi un'ulteriore colata che dopo aver raggiunto un'altezza notevole di fronte all'abitato di Funes, ha continuato al sua discesa verso valle sopravanzando la vecchia unghia di circa m. 20 e aumentando lo sviluppo longitudinale della vecchia colata di m. 350. La nicchia di distacco, si è andata ampliando gradualmente verso Est e verso Nord nel corso degli anni ad ogni periodo piovoso, senza risentire in modo particolare della grande pioggia del 1966.Ulteriori fenomeni di mobilizzazione si sono verificati nel 1969, 1973, 1986, 1992 e 1995.
 
L'origine del movimento franoso

(Da www.funes.bl.it) Da alcune testimonianze raccolte nel paese di Funes, la Frana ebbe inizio in seguito ad interveti esegui dal Corpo Forestale dello Stato alle pendici del "Col Martin". Il maldestro tentativo di sondare il terreno scavando un'enorne buca e lasciandola aperta ruppe il già debole equilibrio del terreno argilloso che oggi compone la frana. Già altri interventi erano stati eseguiti negli anni antecedenti al 1960 per tentare di consolidare il territorio circostante all'attuale corpo di frana. Oggi il bellissimo paesaggio verde che circondava l'abitato di Funes è scomparso travolto da milioni di mertri cubi di argilla e fango .
  
Gli interventi

(Da www.funes.bl.it) Dopo le prime colate massiccie di fango che arrivarono a lambire l'abitato di Funes nel 1973 provocando l'evaquazione di alcune famiglie dalle proprie abitazioni, qualcuno ben pensò di intervenire per rallenteare il movimento franoso. Negli anni successivi iniziarono i primi lavori di canalizzazione e convogliamento delle acque del torrente Tessina e di quelle meteoriche. Questi interventi stabilizzarono il corpo di frana per ben 17 anni fino al 1990 quando il distacco della zona denominata "Pelegona" circa 10 milioni di metri cubi di terreno fece diede il via ad un diverso concepimento di come e dove si doveva intervenire per fermare la frana. Con un primo stanziamento di 5 miliardi delle vecchie lire si iniziarono i primi lavori per realizzare una galleria drenante per raccogliere le acque di tutte le sorgive che uscivano dal monte Teverone. A tutt'oggi questa splendida opera  realizzata per una lunghezza di circa 1240 m che raccoglie circa 360 l/s in periodi di forti precipitazioni e 30 l/s in periodi di secca, non è sufficiente  per fermare il movimento franoso. In compenso tutta quest'acqua prossimamente farà girare una turbina per generare energia elettrica