Corriere delle Alpi - 21 ottobre 2012


Oscar e Daniele: lavoro e famiglia dietro l’oro

Chies e le sue montagne2012: oscar de pellegrin e daniele molmentiCHIES D’ALPAGO Sono state oltre un centinaio le persone arrivate giovedì scorso alle scuole medie di Chies per sentire i due campioni olimpici Oscar De Pellegrin (arco) e Daniele Molmenti (canoa) raccontare i loro sport.

Sport “silenziosi” in quanto lontani dalla ribalta che caratterizza altre discipline, e sport “veri” perché per avere successo contano la fatica, la caparbietà e la capacità di conoscere se stessi più che la magia del marketing.

Chies e le sue montagne2012: oscar de pellegrin e daniele molmentiUna serata partecipata, intensa e coinvolgente, ma anche divertente e a tratti scanzonata. E senz’altro commovente, nel ricordo di Maudi De March, un cui scritto è stato letto da Simone Favero, curatore di “Oltre le Vette”.

È stata la serata che la rassegna “Chies e le sue montagne” ha dedicato a due ori olimpici e a due atleti brillanti.

Oscar De Pellegrin, classe 1963, di Sopracroda, è stato portabandiera alle ultime Paralimpiadi e proprio a Londra ha colto il successo più bello della carriera, una carriera che lo ha visto partecipare a sei Paralimpiadi e conquistare un oro (Barcellona ’92) e Chies e le sue montagne2012: Francesco Barattin e daniele molmentiun bronzo (Atlanta ’96) nel tiro a segno, una medaglia d'oro a squadre e un bronzo individuale a Sydney 2000, una medaglia di bronzo a Pechino 2008 e, appunto, l’oro individuale a Londra 2012 nel tiro con l’arco. Senza dimenticare 58 titoli italiani conquistati nelle due diverse discipline, 11 record nazionali e 2 record mondiali.

Daniele Molmenti, classe 1984, nella canoa ha vinto tutto tra campionati italiani, europei, mondiali. L’1 agosto, il giorno del suo compleanno, ha vinto l’oro olimpico, la sua vittoria più bella. Li separano 21 anni d’età ma li accomunano i grandi successi sportivi, un’intelligenza vivace, una semplicità ammirevole e una capacità di comunicare invidiabile.

Chies e le sue montagne2012:  daniele molmentiNei loro interventi hanno toccato il tema della famiglia: «Nell’ultimo anno ho passato 50 giorni a casa, gli altri 315 in giro per i quattro continenti – ha raccontato Daniele – girare il mondo ti dà grandi opportunità di conoscenza ma al contempo ti impedisce di crearti dei legami familiari». «La famiglia è il centro della vita, di un uomo e di un atleta – ha spiegato Oscar – mia moglie e mio figlio sono stati elementi fondamentali non solo per la mia vita ma anche per la mia carriera: mi hanno dato serenità, equilibrio, supporto».

A proposito dell’impegno: «Per vincere una medaglia olimpica devi lavorare intensamente per anni – ha detto Oscar – negli ultimi mesi nella tua mente esiste solo la gara. Nelle ultime settimane l’allenamento riguarda per il 20 per cento l’abilità tecnica e atletica, per l’80 per cento la preparazione delle mente». «Per vincere ad alto livello dei arrivare in linea di partenza con la coscienza a posto – ha aggiunto Daniele – a Londra ero Chies e le sue montagne2012:  oscar de pellegrintranquillo perché sapevo di non aver trascurato assolutamente nulla nella preparazione. Se così non fosse stato, nei cinque minuti prima del via il tarlo del dubbio mi avrebbe assalito e fatto perdere concentrazione e vittoriai».

Sugli altri: «Quando una persona capisce che può essere utile agli altri, ecco questa è la cosa più bella della vita. Al confronto una medaglia olimpica è davvero poca cosa». Sono le parole di Oscar, da sempre impegnato nel proporre lo sport ai disabili. Molmenti è anche un appassionato della montagna. Venerdì ha voluto provare alcune delle vie della climbing area del Teverone. A “scortarlo” c’era Francesco Barattin. Ezio Franceschini