STREPITOSA SERATA CON SIMONE MORO
E venne la pioggia, tanta, ma con essa anche la serata clou per tutto il mondo che ama e segue l'alpinismo dell'alpinismo delle altissime quote e tutto questo in terra d'Alpago dove le vette non toccano i 2500m!
La pioggia, appunto, ha fatto da cornice ad una spettacolare serata di immagini ed altrettante emozioni con un narratore che a nostro vedere e sentire non ha eguali in Italia, Simone Moro.
La rassegna "Chies e le sue montagne" per la sua 10^ edizione ha vissuto una serata a dir poco storica, una location di montagna come è S. Martino d'Alpago in un Comune di 1500 anime scarse, una serata da lupi con pioggia battente, un capiente, fortunatamente, capannone allestito per l'imminente celebrazione del patrono che ha saputo contenere gli oltre 300 spettatori arrivati da tutta la Provincia di Belluno e dalle vicine Treviso e Venezia.
Professionale ed euforico, di un euforia contagiosa, grande capacità di tenere il filo del discorso per tutta la serata con la proiezione di immagini da brivido e di altissimo impatto sia visivo che di immaginazione con nel finale un video di ultimissima produzione (in inglese) stile trilling che ancora in pochissimi hanno potuto vedere.
La serata è andata via velocissima nonostante le 2 ore abbondanti di intrattenimento con dentro tutto ciò che Simone ha fatto finora, e non solo in montagna ma anche nella vita di tutti i giorni.
Ci sono "vittorie e sconfitte" se così le possiamo definire le conquiste delle vette più alte della terra, con riferimento all'inizio di una sua personale progettualità di avventura ed esplorazione, da qui in nome dato alla serata EXPLORE!
La sua esplorazione parte simbolicamente da una tragedia avvenuta durante la salita all'Annapurna nel 1997 dove i sui 2 compagni di spedizione morirono sotto una valanga, prima era già salito sul Lhotse nel 1994 e nel Shisha Pangma nel 1996. Le invernali è diventata la sua "terra di conquista" prendendo di stimolo quanto i Polacchi avevano iniziato a fare a fine anni 70 e poi 80, salire in inverno le più grandi pareti del mondo e non sempre e solo i 14 ottomila.
In queste 2 ore c'è tanta esplorazione e avventura, avventura anche dentro se stessi perchè aspettare il momento buono per arrivare in vetta stando 50 o 60 giorni a temperature impossibili, sui -20 quando fa caldo a oltre i - 50 quando fa meno caldo, non è che un avventura dentro la propria testa.
Come pure è avventura estrema attraversare il tetto del mondo, quale è l'Everest in solitaria, oppure salire una parete di 2000 m. che solo per il fatto di non toccare i 7000 o gli 8000 metri non ha l'interesse dei media puntati addosso.
Sicuramente con il suo curricula sportivo avrebbe la possibilità di centellinare sia le spedizioni che gli obbiettivi, puntando su cose più commerciali e apparentemente "facili", ma questo non è nel suo stato di essere.
La molla è ancora carica, la così detta "fame" di fare è ancora quella che lo spinge ad allenarsi e prepararsi tutti i giorni e che lo porterà a provare nuove imprese...sempre e comunque con l'ottica di chi deve anche saper rinunciare con obbiettiva lucidità, anche per le rinuncie ci si deve ben preparare!
Anche i programmi futuri ci sono stati svelati, in Nanga Parbat sempre in invernale e sempre con il suo socio inseparabile e ormai di italica adozione Denis Urubko (kazako) col quale ha già salito in 1^ invernale Makalù e Gasherbrun II dopo che nel 2005 aveva aperto la sua serie di 3 ottomila invernali col solito uomo dell'est, polacco, Piotr Morawski.
Anche nella prossima esplorazione avrà al suo fianco un terzo alpinista, Cory Richards, che era appunto il 3° componente della recentissima ascesa invernale al Gasherbrun II e che è la voce narrante dell'ultimo video visto in chiusura.
La serata è terminata con le classiche e non sempre scontate domande di rito di un pubblico ancora attento nonostante fossimo vicini alla mezzanotte con infine gli immancabili gadget che solo "Chies e le sue montagne" dà ai suoi ospiti: bottiglia di vino, berretto artigianale con logo e cestino di viveri prettamente locali.
I saluti finali ad opera del sindaco di Chies Loredana Barattin e dell'immancabile Don Piero Da Gai.
Ovviamente il ringraziamento và anche a chi ha economicamente partecipato alla realizzazione di queste serate, i tanti sponsors privati.