Il bilancio

E’ CALATO IL SIPARIO SU CHIES E LE SUE MONTAGNE

L’8ª edizione di “Chies e le sue montagne”, ciclo di incontri con personaggi che in diverso modo sono stati e sono protagonisti di attività sportive, culturali, sociali nell’ambito montano, chiude anche quest’anno con grande soddisfazione.

Un team consolidato quello su cui ha potuto contare Gianluca Dal Borgo che grazie alla buona volontà di tutta la comunità di Chies, pur nella semplicità e nell’informalità degli incontri, è riuscito anche stavolta a coinvolgere gente dall’Alpago, dalla provincia e anche da fuori.

«Credo che il valore aggiunto di ‘Chies e le sue moGiuliano De Marchintagne’ - riflette Dal Borgo - sia quello di stare accalcati gomito a gomito nelle piccole sale frazionali per ascoltare i grandi interpreti della montagna; l’ambiente di piccole dimensioni che favorisce il confronto delle opinioni. A fine serata c’è sempre la voglia soffermarsi magari con l’ospite, quasi sempre disponibile, o tra amici, per commentare esperienze diverse qualche volta esagerate o al limite, su quello che ha impressionato maggiormente e sui perché di certe scelte. E se pensiamo che con soli duecento euro di pubblicità in volantini e manifesti siamo riusciti a tenere lontane più o meno 1500 persone dalla tv non possiamo che essere soddisfatti».

Ma quest’anno ‘Chies e le sue montagne’ ha seguito una sorta di percorso spirituale «Un’ispirazione forse dovuta alle disgrazie accadute recentemente nelle nostre montagne. In particolare per ricordare Giuliano De Marchi personaggio di riferimento non solo in ambito alpinistico ma anche professionale.

Ma numerosa è stata anche la presenza della gente il 25 ottobre sul Cimon per ricordare l’equipaggio del Falco.

E come non ricordare il tutto esaurito della serata di Tone Valeruz lo sciatore oltre l’estremo o la serata particolarmente suggestiva e mistica di Irrighe. E gli attraversamenti in solitaria dei deserti di Max Calderan? E la montagna tutta al femminile dell’alpinista Alice Prete? Non si può dire che non siano stati seguiti con altrettanto interesse.

Per non parlare dell’ultimo appuntamento con i giovani degli istituti superiori animato da Tatiana, Daniele e Francesco che richiamando il grande evento di Dolomiti-Africa e l’abbraccio delle Tre Cime di Lavaredo dalla catena umana di seimila persone, ci hanno fatto riflettere sull’importanza di impegnarsi per salvare quella parte di mondo che non ce la fa.

Ma - conclude Dal Borgo - a suggello di questa edizione vorrei citare le parole che Don Rinaldo Ottone ha dedicato a Giuliano De Marchi durante la S.Messa sul Cimon dell’Alpago: «Giuliano era un punto di riferimento per tanta gente; ma il 4 giugno la montagna è scesa fino ai suoi piedi e lo ha portato nella vetta più alta per colmare la sua sete di autenticità; e la montagna era Dio». (lo.st.)